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Missione del Gen. Castellano a Lisbona - 12/10 agosto 1943

12 Agosto

Il generale Castellano partì in treno per Lisbona e venne aggregato a un gruppo di funzionari del Ministero degli Esteri, che erano diretti verso tale città per incontrarsi con dei diplomatici italiani che, provenienti dal Cile, rientravano in Italia. Il nome adottato dal generale Castellano, per effettuare tale Missione, fu quello di dott. Raimondi, funzionario del ministero degli Scambi e Valute. In tale missione il generale Castellano fu accompagnato dal console Franco Montanari, che aveva le funzioni di interprete.

Al generale Castellano non furono date disposizioni particolari; egli non fu neppure dotato di apparecchio radio-ricevente e trasmittente né dei cifrari necessari per comunicare con Roma.

Gli fu consegnato solamente un brevissimo biglietto di presentazione compilato dal Ministro inglese Peter Osborne, che era il rappresentante della Gran Bretagna presso la Santa Sede.

15 Agosto

15 Agosto

Il generale Castellano, durante il suo viaggio di trasferimento, si fermò a Madrid dove riuscì a incontrare, esibendo il biglietto di presentazione del Ministro Osborne, Sir Samuel Hoare, Ambasciatore della Gran Bretagna presso il Governo spagnolo.

In tale incontro il generale Castellano fece presente quanto appresso:

Secondo le direttive ricevute illustrai al Sig. Hoare la nostra situazione e lo scopo della mia missione […]. Ma non mi limitai a questo. Aggiunsi di mia iniziativa […] che l’Italia non soltanto era decisa a distaccarsi dai Tedeschi, ma anche a combattere contro di loro a fianco degli Alleati. Dire ciò era, secondo me, nella logica delle cose perché non si potevano chiedere aiuti senza chiarire quale sarebbe stato il nostro atteggiamento in seguito. La richiesta sarebbe caduta nel vuoto, sembrandomi inammissibile trovare un consenso senza dare una contropartita, che non poteva essere soltanto quella di cessare le ostilità [...]. Mi appariva necessario non soltanto chiarire il nostro comportamento, ma annunciare il fatto nuovo, quello della inversione del fronte, con il ché avremmo ottenuto più facilmente la collaborazione richiesta e anche, cosa più importante, un trattamento meno duro alla cessazione delle ostilità”. 

L’ambasciatore Hoare rimase favorevolmente colpito dagli argomenti esposti dal generale Castellano e comunicò subito tale notizia a Londra al ministero degli Esteri britannico, che la ritrasmise in Canada a Quebec, dove si trovavano il Premier Winston Churchill (Primo Ministro del Governo della Gran Bretagna) ed il presidente Franklin Delano Roosevelt (Presidente degli Stati Uniti d’America), che apprezzarono quanto esposto dal generale Castellano. Essi quindi inviarono al generale Dwight D. Eisenhower (Comandante in Capo delle Forze Alleate) che si trovava ad Algeri, l’ordine di proseguire fattivamente e celermente le trattative con il generale Castellano

17 Agosto

Il generale Castellano incontrò Mr. Roland Campbell, Ambasciatore britannico in Portogallo, per informarlo del suo arrivo.

19 Agosto

Nella tarda serata del giorno 19 agosto, presso l’Ambasciata britannica a Lisbona, avvenne una importante riunione nella quale, così come riferito dal generale Castellano coadiuvato dal console Montanari:

“Trovai ad attendermi gli ufficiali alleati, Campbell fece le presentazioni. Avevo di fronte il maggior generale americano Walter Bedell Smith, Capo di Stato Maggiore delle Forze Alleate nel Mediterraneo, il brigadiere generale inglese Kenneth W. Strong, Capo dell’Intelligence di dette Forze e il sig. George F. Kennan, incaricato di affari degli Stati Uniti, in sostituzione dell’Ambasciatore americano, assente da Lisbona”.

Il generale Smith, dopo i reciproci chiarimenti sugli scopi e sui principi della riunione, che doveva considerarsi preliminare e di impostazione alle successive riunioni con le Alte Autorità, consegnò al generale Castellano il testo del cosiddetto “Armistizio corto”, con allegato il “Memorandum di Quebec.

 

Il generale Smith precisò che con il secondo documento gli Alleati si impegnavano a rivedere le condizioni armistiziali a favore dell’Italia, in funzione della misura in cui il nostro Paese avrebbe collaborato con gli Alleati per liberare il territorio nazionale dall’occupazione tedesca.

Il generale Castellano, al termine della lettura dell’Armistizio corto che avvenne nella tarda nottata del 19, si soffermò a esaminare con il generale Smith in particolare l’articolo 4

“Riguardo al numero 4 chiedo dove la nostra flotta ed i nostri aerei dovranno andare. Mi si risponde che le località saranno comunicate in seguito. Da queste reticenze arguisco che non saranno porti italiani, suggerisco l’opportunità di radunare la flotta in Sardegna, anche perché, per un viaggio più lungo, non avremmo avuto disponibilità di combustibile (le cose non stavano esattamente così, ma io cercavo di evitare con una piccola bugia l’esodo delle nostre navi dai nostri porti)”.

Il generale Smith replica che il Governo italiano, avendo tutto l’interesse a “conservare le sue navi e i suoi aerei”, dovrà provvedere a questa deficienza. Il colpo non era riuscito e non poteva riuscire, però da questa risposta ho una prima assicurazione su quanto mi sta molto a cuore: le nostre navi ci saranno conservate, questo è un impegno, non scritto, ma preciso di cui mi affretto a prendere mentalmente nota.

La frase “dettagli sul loro disarmo” contenuta nell’articolo 4 è però in contrasto con l’asserzione di cui sopra; ciò mi induce a dichiarare che, se le nostre navi dovessero essere disarmate, se cioè la bandiera italiana dovesse essere ammainata, i marinai d’Italia indubbiamente avrebbero affondato i propri bastimenti.

Il generale Smith rimane, a tale affermazione, alquanto turbato e mi risponde dandomi assicurazione che la nostra bandiera avrebbe continuato a sventolare sulle nostre navi e che il trattamento che sarebbe stato fatto alla nostra Marina sarebbe stato in tutto onorevole. Aggiunge sorridendo che, esistendo tra le Marine da guerra delle varie nazioni una specie di massoneria, si poteva essere certi che quella britannica avrebbe usato tutti i riguardi alla nostra.

I fatti hanno dato alle assicurazioni verbali valore di un impegno che le Nazioni Unite hanno mantenuto

Pur risultando essenziale e lodevole l’iniziativa del generale Castellano, si fa rilevare che l’argomento relativo alla Flotta fu trattato senza interpellare il Ministro e Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Raffaele de Courten, che forse al momento non poteva essere consultato.

Inoltre il generale Smith chiari che l’Armistizio sarebbe stato comunicato ufficialmente dagli Alleati in concomitanza con uno sbarco che sarebbe stato effettuato nell’Italia centro-meridionale. Subito dopo doveva seguire il relativo Proclama da parte del Governo italiano.

Nel verbale della, riunione, stilato dagli Alleati, fu riportato che il generale Castellano fece presente che sarebbe stato molto utile conoscere quando e dove l’invasione alleata sarebbe avvenuta. Il generale Smith gli risponde che, come soldato, il generale Castellano poteva capire i motivi che impediscono al Comando alleato di dare in quel momento informazioni dettagliate dei piani. Un accordo verrebbe raggiunto per stabilire un mezzo diretto di comunicazione col Governo italiano e propone che se il maresciallo Badoglio accetta le condizioni dell’armistizio, il generale Eisenhower annuncerebbe la conclusione cinque o sei ore prima dello sbarco principale alleato “in forze”. L’annuncio del generale Eisenhower dovrebbe essere seguito immediatamente da un proclama del maresciallo Badoglio annunciante la cessazione delle ostilità.

Il generale Castellano fa presente che un preavviso di cinque ore non è sufficiente per permettere di condurre a termine i preparativi necessari in previsione di uno sbarco alleato e per permettere una effettiva collaborazione. Egli è del parere che sia necessario un preavviso molto più lungo, preferibilmente due settimane.

Il generale Smith dice che ciò potrebbe essere accordato e promette di consultare il Comandante in Capo allo scopo di poter raggiungere i necessari accordi.

I rappresentanti italiani sono forniti di una copia delle condizioni di armistizio e di un promemoria aggiuntivo relativo alle questioni supplementari contenute nelle direttive avute dai Capi di Stato Maggiore alleati.

La riunione viene quindi disciolta per permettere una discussione dettagliata degli argomenti di carattere militare da parte dei rappresentanti dei due eserciti e per prendere accordi per stabilire i mezzi di comunicazione.

Inoltre fu consegnato al generale Castellano un apparato radio rice-trasmittente nonché l’apposito cifrario, per consentire un rapido e diretto collegamento fra il Comando alleato e quello italiano.

La seduta fu tolta all’alba del giorno 20 agosto.

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